martedì 6 novembre 2012

I ♥ Telefilm "Halloween Edition": American Horror Story

E' violento, oscuro, passionale, pericoloso. Sottilmente erotico, a tratti malato.
E' un enigma che si rinnova ad ogni puntata. Spesso mi infastidisce, mi disgusta perfino. Sa essere eccessivo, sopra le righe, meschino, ma non sa farsi dire di no. Sì, American horror story è un'altra mia dipendenza segreta. Forse, la più torbida. Se non fossi il fanatico di telefilm quale sono, mi chiederei seriamente da quale insana fantasia sia nata questa serie che, dall'anno scorso, è campione di ascolti su Fox, con i suoi sporchi misteri e con la sua innata capacità di raggirare scaltramente la censura americana. Cercando informazioni su internet, uno sprovveduto spettatore si troverebbe davanti il nome di Ryan Murphy. Immagino lo shock.
Si ci potrebbe aspettare il viso davvero poco raccomandabile di Marilyn Manson o uno sguardo folle a metà strada tra il Nicholson di Shining e Jack Lo Squartatore. Invece, eccoci davanti a un volto sorridente e tranquillo, con un cappello giallo canarino in testa e una biografia nel quale spicca il nome di Glee – una delle serie TV per famiglie più simpatiche, briose e colorate di sempre. Nonché una delle più amate dal sottoscritto.
Come si può passare dalle hit del momento intonate da una classe di adolescenti incredibilmente talentuosi a un intreccio così disordinato e difficile da digerire? Misteri della vita, misteri di American Horror Story. L'unica serie in assoluto in cui i protagonisti non sono necessariamente brave persone e in cui i nostri eroi non sono quasi mai destinati al lieto fine. Nel guardare un horror, si hanno tutta una serie di certezze. Il protagonista vivrà per sempre felice e contento, i cattivi pagheranno terribilmente le loro colpe, ogni scena gore e ogni colpo di scena confluiranno in un finale che più positivo non si può. Sbagliato. Questo serial ribalta con assoluta cattiveria quelle che sono diventate le nostre sicurezze. Non è confortevole, né è raffinato come il patinato 666 Park Avenue. E' scomodo, spigoloso, un brutto posto in cui trascorrere 40 minuti della nostra giornata. Eppure è uno degli appuntamenti settimanali che attendo con più ansia. E' uno dei rinnovi di stagione che ho aspettato con più curiosità. Ed è uno dei pochi a non avermi deluso.
Sorprende continuamente, non conosce intoppi. E' un ingranaggio apparentemente cigolante e fatiscente, ma ha cardini ben oleati. Attori straordinari, un'inquietante colonna sonora e scenari variegati e sempre nuovi fanno il resto!
La prima stagione seguiva le vicende della famiglia Harmon: un marito fedifrago, una moglie insoddisfatta, una figlia in preda ai mostri dell'adolescenza. Proponeva una storia già sentita, cliché già collaudati. Una casa stregata, possessione, fantasmi inquieti. Era riuscita, invece, a schiaffeggiarti con i tuoi stessi pregiudizi. Sexy, politicamente scorretta, mortale, mescolava passato e presente: mostri di cronaca e mostri leggendari.
Nella seconda, partita appena qualche settimana fa, si respira un'aria del tutto nuova. Cambio di scenario, cambio di epoca. Gli anni '60, con i loro vestiti vintage, il loro fumoso fascino, le loro viscerali contraddizioni. Quando l'omosessualità era un crimine contro l'umanità, le relazioni tra bianchi e neri tabù, gli ospedali psichiatrici covo di torture e di indicibili sevizie. Meno legata al mondo metafisico, ma più verisimile, la seconda stagione è più terrorizzante della prima. Perché - tra apparizioni, alieni e oniriche visioni - si respira un' atroce aria di verità. Dalla solita coppietta di innamorati (costituita dalla Jenna Dewan di Step Up e dal tatuatissimo leader dei Maroon 5) che cercano brividi e forti emozioni in un ospedale abbandonato, si passa a un'accurata ricostruzione storica e al riconoscimento di alcuni volti che ci hanno accompagnato nella prima stagione. In ruoli completamente inediti, nel cast ricompaiono Jessica Lange e il giovane Evan Peters. Già personaggi di spicco nel primo, il loro evidente talento li ha resi protagonisti quasi assoluti della nuova stagione.
 La Lange – sempre affascinante e magnetica – sfoggia una gamma di espressioni talmente vasta che nessun chirurgo plastico potrebbe mai intaccare e una freddezza che la rende una delle cattive più complesse di sempre. Un villain con il velo da suora, e Evan, un paziente del manicomio ingiustamente accusato di aver fatto a pezzi la sua amata moglie.
Precedentemente, aveva convinto tutti – e soprattutto le ragazze! (vero, Giulia?) - con un personaggio davvero tormentato e con una zazzera bionda alla Kurt Cobain. 
Ora, incredibilmente più maturo a solo un anno di distanza, riempie di rabbia, commozione e speranza. Vittima della giustizia, con ben poche speranze di riuscire in una fuga verso la libertà. Insieme ad altre vecchie conoscenze (Zachary Quinto, Lily Rabe...), Josheph Fienes (Luther, Killing me softly), Sarah Paulson (Capodanno a New York),Chloe Sevigny (American Psycho). Un monsignore con il pallino per gli esorcismi, una giornalista rinchiusa a causa della sua sete di verità, una donna volubile e fragile che si nasconde dietro al suo corpo statuario e alla voglia di soddisfare i bassi istinti altrui. La prima serie era una ghost story sulla falsa riga di Shining, quella attualmente in onda, invece, ha la grandezza e la disperazione che hanno contraddistinto Il miglio verde e Le ali della libertà, ma altresì il gusto macabro dell'Esorcista, Il quarto tipo e Bedlam. Nella prima, c'era un po' del noir di Ellroy (Dalia Nera). In questa, claustrofobiche riprese alla Saw – L'enigmista si alternano con vivi ricordi, giallo seppia e rosso sangue.
Cosa si nasconderà nei prossimi episodi? Cosa – o chi – sono quelle creature che si nutrono di arti umani nel fitto del bosco? Ci sarà mai una via di fuga?
Chi può dirlo. Sicuramente, noi spettatori non ne abbiamo nessuna, di via di fuga. Una sola occhiata e siamo già imprigionati.

10 commenti:

  1. Mi ispira molto questo telefilm, mi piacerebbe vederlo!
    Visto che è da parecchi giorni che continuo a vedere immagini di due protagonisti. Mi sembra Tate e Violet...
    Ciao! ^_^

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  2. Articolo splendido, concordo con ogni singola parola.
    Mi sono chiesta anch'io moltissime volte come sia potuto crescere - ed essere sviluppato con tanto successo! - un progetto così "malato" (quale è American Horror Story) dalle due menti di una serie come Glee, altra mia passione, ma che più diversa non potrebbe essere!
    AHS mi ha conquistata subito. La seconda stagione ha mantenuto l'ottimo livello della prima (cosa non sempre facile, e pochi ci riescono), quasi la supera per il fascino macabro di un ospedale psichiatrico che è - a parer mio - negli incubi di chiunque. L'impossibilità di fuggire, la falsa accusa e la reclusione con individui indubbiamente disturbanti, le sevizie e i maltrattamenti, gridare di non essere pazzi e ottenere l'effetto opposto. A dir poco claustrofobico. E il mistero al di là del bosco? Gli alieni? Le possessioni demoniache?
    Tutto perfettamente incastonato in una corona vincente. Anche quest'anno è stato fatto centro. Credo che la scelta di cambiare completamente scenario, mantenendo però i volti noti di attori di talento (su tutti Jessica Lange, ma anche Zachary Quinto, Sarah Paulson, il giovanissimo Evan Peters), abbia mantenuto alto l'interesse e sempre viva la trama, ha permesso di sperimentare nuove situazioni e di spaziare in più campi dell'horror.
    Penso che l'originalità di American Horror Story, ricavata da elementi che originali non lo sono per niente (e non è poco), sia stata la punta di diamante di questa serie tv destinata ad un successo più che meritato!

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    1. Ciao Simona! Grazie per essere passata e per aver lasciato questo bellissimo commento. Concordo pienamente! :)

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  3. Veramente un bell'articolo, credo che cercherò le prime puntate.

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  4. Ok, le serie che devo assolutamente vedere aumentano sempre di più, sicuramente American Horror Story sarà la mia prossima visione. Al momento sto vedendo la seconda stagione di "The walking dead", tu l'hai visto?

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    1. Ciao Sara! Credo che non te ne pentirai :)
      Di The Walking Dead ho visto soltanto i primi episodi della prima serie, ma, nonostante tutte le critiche positive lette in merito, non mi ha preso particolarmente. Mi è sembrata, a prima vista, una scopiazzatura di tanti film - "28 Giorni dopo" su tutti. I miei, che lo continuano a vedere, ne vanno matti! Sicuramente gli darò un'altra possibilità.

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  5. Ciao MrInk. Sono appena arrivata ma... complimenti per il blog. Bye

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  6. Ma quanto è bello questo telefilm?! Amo Jessica Lange!! *__* E dire che un'attrice di quel calibro si stava quasi perdendo: meno male che, a volte, ciò che il cinema ripudia, la televisione (d'oltreoceano) sa valorizzare!! :)

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  7. "Vero Giulia?" Verissimo MiK! Tate, con il suo fascino da "ragazzo problematico, da salvare", inconsapevole di avere l'anima dannata, ha conquistato subito un posto nel mio cuore, così come Kit, ingiustamente accusato di aver brutalmente ucciso la donna che tanto amava! La straordinaria bravura del giovanissimo Evan Peters poi non fa che rendere ancor più indimenticabili i suoi personaggi. Così come riconfermare la tremendamente bella e brava Lange ha dato certezze a noi spettatori: come il suo sguardo maligno e le sue espressioni glacialmente inquietanti avrebbero potuto rendere un personaggio piatto o noioso?
    Quando ho saputo che la seconda stagione avrebbe avuto uno scenario diverso, sono rimasta davvero delusa, ma il ritorno di molti "vecchi amici" mi ha rassicurato e spaventato al tempo stesso: e adesso? Sempre la stessa storia? Invece no! Sono loro, ma non sono loro: vedi lo straordinario Zachary Quinto (ma lo stesso potrei dire per la Paulson, la Rabe, la Lange, o il caro Evan), riconferma la bravura, ma in panni totalmente diversi, dimostra di essere tremendamente versatile e credibile, passando da omosessuale geloso ad affascinante ed intelligente psicologo (del resto, chi l'ha visto nei panni dell'impietoso "villain" di Heroes nono si sorprenderà di certo).
    Bravi, bravi, bravi! Il plauso maggiore del telefilm, per l'appunto, è di saper rimescolare e gestire in maniera originale vecchi elementi che crederemmo già troppo triti e ritriti. Famiglia sfasciata in casa stregata e piena di fantasmi? Già visto. Inquietante vecchio manicomio, suore poco... caste e pure, serial-killer, mostri e alieni? Già visto. Eppure nonostante ciò (e nonostante le tante schifezze con cui viene turbata la nostra serenità e sanità mentale) siamo irrimediabilmente catturati. E, come hai già detto tu, è scioccante il fatto che tutta questa deviata oscurità provenga dalla stessa mente che ha prodotto l'arcobaleno e l'armonia di Glee.
    Vedi? Non ho fatto altro che quotarti, sono d'accordo su tutto!
    Mi ha fatto davvero piacere essere citata in un articolo così accattivante, ben scritto (ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi dimentico sempre quanto sei bravo!) e con cognizione di causa.
    Continua a lavorare così bene. E a seguire AHS! Pretendo che commentiamo insieme la prossima puntata.

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