giovedì 17 agosto 2017

Dear Old Mr. Ciak: Che fine ha fatto Baby Jane, J'ai tué ma mère, Beginners, Frantz

[1962] Papà Hudson ha reso Jane una stella del palcoscenico. I boccoli biondi della sua bambina prodigio hanno ispirato perfino una bambola. Molti esemplari resisteranno alll'eclissarsi della notorietà di lei: scalzata dalla sorella rivale, Blanche, che crescendo ha voluto pareggiare i conti. Un incidente, all'apice della gloria, le ha tarpato le ali e spezzato le gambe. Bloccata in sedie a rotella, vive di rendita e delle cure della sola Jane. In un cupo castello dedicato al dio passato, dove non sono ammessi visitatori e in cui, a lungo andare, l'insofferenza miete vittime. Chiudete in una stanza due sorelle che si accusano a vicenda di essersi rovinate la vita. Mettete sullo stesso set due dive sul viale del tramonto, professioniste che fanno di qualsiasi capriccio una questione personale, e buttate via la chiave. Allo scontro tra titani a colpi di battute taglienti sopravviverà la più posata Joan Crawford o l'insuperata Bette Davis? Se la prima è la vittima messa a tacere, vessata e schernita con una crudeltà così esemplare da divertire, l'altra pianifica un impossibile ritorno al passato. L'indimenticabile Jane nasconde topi e passerotti ammazzati sotto la cloche; strega con gli occhi spiritati, lo straordinario sprezzo del ridicolo e il trucco sbavato. Qual è la sorte dei ragazzini bollati anzitempo come promettenti, poi incapaci di mostrarsi all'altezza della situazione? Cos'è stato dei ritornelli di Nikka Costa, del biglietto aereo per Macaulay Culkin, del sesto senso dello struggente Haley Joel Osment? Che fine ha fatto Baby Jane? La domanda te la pone il titolo di un thriller psicologico passato alla storia. Uno di quelli che suscitano reverenza, che recuperi con sessant'anni di ritardo. La scusa perfetta: Feud, la serie antologica che accende i riflettori su una faida che seguì le protagoniste anche fuori dal set. Nonostante il bianco e nero, Che fine ha fatto Baby Jane? non è invecchiato di un giorno. Genitore degenere di qualsiasi Misery non deve morire; figlio tiranno del capolavoro Viale del tramonto; stella fissa. (8)

[2009] Il giovane Hubert condivide un appartamentino kitsch con l'irritante Chantale. A volte sono cane e gatto, altre metà complementari. A detta del giovane, la donna è la persona che più odia sulla faccia della terra. Affermazione forte, ma tutto nella norma: lui è un adolescente scalpitante, lei è una madre che lo ostacola con la scusa di ciò che è meglio per lui. Siamo nella provincia canadese, illuminata a sprazzi dai ninnoli e dai centrini colorati di una casa di bambole; siamo in un film del talentuoso Dolan. Per la precisione, il primo. Lui – attore, autore, regista – aveva vent'anni. L'invidia dovrebbere rendermelo antipatico. Quella, e la consapevolezza di non avere apprezzato pienamente i film che hanno preceduto il suo effettivo capolavoro – il ciarliero Les Amours Imaginaires, il nebuloso Tom à la ferme. Lì c'erano, accanto a un lato visivo comunque potentissimo, un lezioso compiacimento di fondo e molto autobiografismo: tra arte, omosessualità e pop-art, in un duplice ruolo, troppo Dolan per una conoscenza preliminare. Qui, alle radici dell'enfant prodige, è presente di tutto un po'. Ma, benché molto acerbo, ho trovato J'ai tué ma mère un'opera prima fresca e sincera. I rapporti interpersonali al limite, la dolcezza e le urla, i piatti infranti e gli aforismi da incorniciare. Anche agli inizi, una genitrice che somiglia proprio a Anne Dorval: tenuta a distanza, contestata, tanto da nascondergli l'esistenza di un fidanzato non per timore di non essere accettati, ma per puro dispetto; una madre nevrotica, ispiratrice di continue invettive e instancabili recriminazioni. Accanto a lei, un capriccioso e imberbe Dolan: all'occorrenza ottimo attore e pessimo figlio unico. Uccide la madre nei temi in classe, dicendosi orfano. Nei suoi sogni segreti, si inseguono all'ombra di un bosco: lei, nel clou di un curioso ma delicato complesso di Edipo, indossa l'abito da sposa. Hubert è un adolescente con il mondo contro e in cerca di se stesso, Chantale è una mamma chioccia che non si accorge di soffocarlo per paura di un ulteriore abbandono. Come loro, tutti i figli imperfetti e tutte le mamme single. Come Dolan, già in tempi non sospetti, nessuno. Dietro l'ingannevole confessione di un presunto matricida, J'ai tué ma mère è una storia vera. Lo schizzo in potenza che precede il disegno di Mommy, indimenticabile atto. (7,5)

[2010] Oliver ha tempo a sufficienza per fare un bilancio. Vive solo, il suo lavoro da illustratore lo tiene impegnato ma non troppo. Gli fa compagnia un Jack Russel e il pensiero di un'affascinante attrice francese, che alle feste mascherate ha l'aria di essere infelice tanto quanto lui. Il protagonista ha scelto di travestirsi da Freud. Per uno scherzo del subconscio o per precisa volontà, chissà, la maschera dello psicanalista la dice lunga sui problemi personali di Oliver. Su una famiglia strana e sfortunata, perfino più delle nostre, che si è decimata nel giro di pochi anni: prima è morta la madre, portata via da un tumore; poi l'ha seguita a ruota il padre, con lo stesso male e un clamoroso outing prima di andarsene. L'arzillo genitore ha approfittato della vedovanza, del poco tempo a disposizione, per uscire allo scoperto: si è avvicinato alla storia della comunità LGBT e ai siti di appuntamento; ha incontrato un personal trainer infedele ma presente, che è stato con lui fino alla fine dei suoi giorni. In Beginners, autobiografia agrodolce sotto forma di commedia indipendente, c'è un Ewan McGregor – bravissimo, al solito – in fase di elaborazione. Medita, ricorda, si innamora dello spirito girovago della Laurent. Fa respiri profondi e passeggiate al parco e nei corridoi degli hotel. Per essere sempre in fuga, d'un tratto si fossilizza a riavvolgere il passato. Mette radici in una camera d'albergo con la moquette a terra, accanto a una sconosciuta. Pensa alla scoperta della tenerezza e della sessualità di Cristopher Plummer, ma senza rancore: lo compiange, un po' imbarazzato all'idea di gestirne il disordine postumo e il compagno in lutto. Confronta il passato e il presente, e c'è spazio per gli schizzi, le fotoricordo e gli sprazzi di genialità molto cari al cinema del già promettente Mike Mills (quest'anno apprezzatissimo con 20th Century Women, gioiello in sordina). Ci sarà spazio anche per l'amore, dopo aver preso atto che quello tra i suoi genitori è stato una sciarada ma non proprio tutto, eppure, è perduto? Vedasi la leggerezza di Plummer: pienamente se stesso a settantacinque anni. Vedasi gli adorabili difetti della nostra lei: amante dei libri usati e delle case vuote. Come il titolo rivela, i protagonisti sono tre individui alle prime armi. Impreparati a voltare pagina – a convivere in pace, a morire in silenzio –, ma non del tutto inadatti. Plummer deve avere fatto sua la lezione alla scuola serale. Assente ma presente, dà ripetizioni sentimentali a principianti in attesa di ravvedersi e di rivedersi. Se l'amore è questione di famiglia, meglio condividerne i segreti. (7,5)

[2016] A proposito di registi francofoni che adoro: posto anche a Ozon. Il parigino che viene dal mondo della moda e spazia con nonchalance dal thriller alla commedia musicale, è stato a Venezia con l'applaudito Frantz. Un melodramma postbellico che rinuncia coraggiosamente al colore e si rifà a una pellicola di Lubitsch. In un paesello tedesco del primo Novecento, una vedova di guerra piange il promesso sposo. Sulla sua tomba, un giorno, trova un fiore. A depositarlo, un soldato francese. Adrien parla di Frantz, ma non come farebbe un semplice amico. Fa breccia nei cuori dei genitori del defunto, seduce l'anticonformista Anna. Poi sparisce, nel clou di una rivelazione, e le lettere inviate a lui ritornano al mittente. Chi era quel forestiero per il soldato caduto? Cosa si nasconde nei suoi modi gentili, nelle sue risposte vaghe, nello sguardo altrove? Come l'ultimo Dolan, anche Ozon sceglie di allontanarsi dalle piste consuete. Restano integri il mistero, il fascino, la splendida cura della regia. A malincuore, dopo una bellissima parte introduttiva, si fanno presto i conti con ciò che manca. Frantz è sobrio, lento, raffinatissimo. Il regista cede al richiamo di un film diverso dal solito. A un omaggio classico, languido, che riflette sulla verità e il perdono. Alla trama si rimprovera una certa piattezza, purtroppo, e sono le bugie e il ricordo a colorare magicamente i concerti privati del sempre bravissimo Niney (brutto ma bello, come solo i francesi possono) e i sorrisi della raggiante Beer. La pacatezza del bianco e nero ammorbidisce le passioni proibite, l'impostazione rigorosa abbraccia un'estetica splendida e trascura il coinvolgimento. Le cose belle, però, piacciono. E la classe rètro dell'etereo Frantz – un Ozon a metà, sprovvisto del suo eros e della sua ambiguità – incanta. Lo si apprezza, se non altro, per la Grande guerra raccontata dal punto di vista dei sopravvissuti a una generazione perduta, rievocata attraverso le inimicizie tra tedeschi e francesi: vicini di casa, eppure rivali. Finito il conflitto, finirà l'odio? E la vedovanza di una ventenne che, un po' come noi, si aspettava dall'elusivo amico di Frantz l'enigma, la svolta, l'amore ? (6)

16 commenti:

  1. Nei prossimi giorni mi vedrò prima Baby Jane, poi Feud, così da arrivare preparata agli Emmy.
    Beginners è uno dei miei film del cuore, semplice e diretto, pieno di emozioni. Quanto sono belli poi McGregor e la Laurent, e Plummer, ovviamente ;)
    Frantz, come sai, ha convinto pochissimo anche me, ennesimo polpettone veneziano dello scorso anno, con buone idee ma troppo classicismo. È mancata l'emozione.
    Quel Dolan, invece, continua ad essere il mio preferito, un Mommy in fasce, un esordio potentissimo e sincero.

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    1. Speravo di non essere d'accordo su Frantz, per una volta, ma ho riletto il tuo commento post Venezia e capisco tutto. Omaggio sì, ma manca lo smalto. Ozon eppure, anche quando criticatissimo, lo trovo sempre molto seducente.

      Beginners adorabile e, a modo suo, anche lo scostante Dolan.

      Vai di Baby Jane e Feud. La concorrenza è alta, per me resterà a bocca asciutta agli Emmy (ci sono la Moss e le protagoniste di Big Little Lies), però quanta bravura.

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  2. Ho visto solo quello di Dolan e Ozon... purtroppo io inverto il giudizio 😅

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    1. Ozon classe sconfinata, ma l'ho trovato poco in sé, non so se mi spiego. A fine visione, non mi sono portato appresso quella fascinazione di altri suoi film, come il morbosissimo Una nuova amica. Qui la morbosità, diciamo così, c'è (chi non pensava che Niney fosse l'amante del defunto, chi?), ma tutto si riduce a un melodramma bello, a modo, algido.

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  3. Che fine ha fatto Baby Jane? l'ho recuperato pure io qualche giorno fa, per provare a dare un senso alla visione di Feud.
    Bello e invecchiato abbastanza bene, però c'è qualche lungaggine di troppo. Visto con gli occhi di oggi, la sua sceneggiatura risulta un po' ripetitiva. La sorella esce di casa, lei cerca di chiedere aiuto... va bene una volta, va bene due, ma alla terza si esagera. :)
    Mi aspettavo anche una maggiore violenza, ma evidentemente il cinema prima di Tarantino in tal senso non dava enormi soddisfazioni. :D

    J'ai tué ma mère è l'unico film di Dolan che non mi è piaciuto. L'ho trovato irritante come la protagonista femminile. Per fortuna i suoi lavori successivi mi hanno fatto cambiare idea sul suo cinema, e pure parecchio.

    Beginners è un gioiellino di cinema indie come piace a me, come piace a noi. Strano non l'avessi ancora visto.
    Ah, i bei vecchi tempi in cui Ewan McGregor era ancora un mio idolo! :)

    Frantz mi spaventa un po' per il pericolo noia, che a quanto dici è tutt'altro che scongiurato.
    Non l'ho ancora guardato comunque soprattutto perché avevo trovato una versione in cui le parti in francese non erano state tradotte né sottolineate, o forse quelle in tedesco... Adesso si trova in una versione comprensibile per gli ignoranti che non sanno tedesco e francese come me?

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    1. Posso anche essere d'accordo su Che fine ha fatto Baby Jane?, sì. Più delle fughe reiterate, però, non mi ha convinto il personaggio del pianista: adatto a smorzare i toni, simpatico, ma che macchietta. Ma quel finale sulla spiaggia, con la follia che prende il sopravvento... La Davis mi sconvolge sempre, sempre.

      Ricordo che Dolan non ti aveva convintissimo, ma io l'ho visto con il senno di poi e con gli occhi dell'amore; Beginners visto nel periodo di Pasqua, probabilmente, ma il Mr. Ciak "rigattiere" è la perfetta rubrica tappabuchi. Metto insieme le recensioni quando latito.

      Secondo me no, Frantz noioso non è, però è un quadro impeccabile che non mi ha emozionato affatto. Ricordo la confusione per le parti "in lingua". Con il francese mi ero pure pure arrangiato, ma con il tedesco avevo trovato sottotitoli inglesi non so dove. Insomma, uno stress. Mi è piaciuto così così per la faticaccia, dici? :)

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    2. Vedersi un film un po' in francese, un po' in tedesco, un po' sottotitolato in inglese e un po' doppiato in italiano o forse nemmeno?
      Troppo stress per una pellicola sola, troppo! Voglio la versione in una lingua sola, altrimenti rinuncio. :)

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    3. Ma poi inutili farsi gli alternativi.
      Doppiatelo tutto, e non rompeteci le palle. :-P

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  4. Non ho visto nessuno di questi film, ma punto "Che fine ha fatto Baby Jane" da quando ho finito di vedere Feud - che tra l'altro mi è piaciuta tantissimo -. Per gli altri, ho intenzione di recuperare tutta la filmografia di Dolan prima o poi, dato che alla fine ho visto solamente gli ultimi due...

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  5. Tralasciando Ozon, sono tutti bei recuperi, vedrai.

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  6. "Baby Jane" capolavoro assoluto!!! Non vedo l'ora di vedere "Feud"! *___*

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  7. Ozon è un regista che mi interessa parecchio, ho già in porto di vedere Franz però cavolo sto leggendo recensioni tiepidissime

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    1. Ai francesi è piaciuto moltissimo.
      E' bello, sì, ma gli manca quel tocco lì...

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  8. Frantz mi manca, ma sugli altri concordo in pieno. Avevo adorato Beginners, e come sai il primo Dolan per me è stato fantastico.

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    1. Lontano ma non troppo dal "saloon", probabilmente potresti trovare interessante anche Frantz. ;)

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